Verso la fine del 2019, l’Unesco ha dichiarato la musica Gnaoua (scritta anche Gnawa) Patrimonio Immateriale dell’umanità. Questo genere musicale nato in Marocco, affonda le sue radici in un’epoca remota. Si sarebbe sviluppato nel Nord Africa partendo dai canti dei discendenti degli schiavi neri. Nata intorno al XVI secolo questa tradizione viene alla luce dall’unione tra le sonorità tipiche del Sahel e i ritmi maghrebini. La musica gnawa svolge una funzione connessa a cerimonie e rituali di tale popolo. Le sonorità di questa tradizione hanno spesso una funzione ipnotica sia per i musicisti, sia per i partecipanti all’ascolto, una mescolanza creata dalla necessità di mantenere in vita, sotto altra forma, pratiche e rituali animisti in quelle società caratterizzate dall’Islam. La musica Gnaoua mescola il sacro con il profano.
Il Festival di musica Gnaoua di Essaouira
Il Marocco rimane la terra di predilezione per questa tipologia di musica. Ne è l’esempio il famoso Festival di Essaouira, organizzato per la prima volta nel 1997. Da sempre, questo genere musicale accoglie tantissimi artisti, provenienti da tutto il mondo. Al centro del Festival rimangono i cantanti e i gruppi Gnaoua, i quali suonano a fianco di musicisti jazz, rock, blues. Si pensa che la musica Gnaoua abbia le sue radici in quei generi sorti al di là dell’oceano Atlantico. I ritmi africani, tramite la tratta degli schiavi, sono giunti nelle Americhe gettando i presupposti per nuovi linguaggi sonori. Molti artisti jazz come Pat Metheny e Randy Weston, o band rock come i Led Zeppelin si sono trovati a loro agio a suonare al Festival di Essaouira a fianco di gruppi Gnaoua. Anche In altre zone del Marocco si può incontrare questo genere musicale ipnotica e trascinante: da Marrakech a Fès è facile ascoltare musicisti che animano le piazze con melodie ritmiche.
Gli strumenti della musica Gnaoua
Il guembri è lo strumento tipico della musica Gnaoua, ed è uno strumento a corda, simile a liuto, è costituito da due o tre corde, con una cassa di risonanza rettangolare fatta con pelli d’animale (di capra o addirittura di dromedario). Il guembri viene suonato dal leader del gruppo Gnaoua, chiamato Maâlem. Altri strumenti tipici di questa musica sono i qraqebs, idiofoni molto simili alle nacchere, e il t’bel, grosso tamburo a membrana doppia che si suona con bacchette. In un brano Gnawa, una frase o un paio di frasi vengono ripetute più e più volte, in modo che il canto possa durare a lungo. In realtà, un brano musicale può durare anche diverse ore. Tuttavia, ciò che ai non iniziati potrebbe sembrare un’unica canzone lunga è in realtà una serie di canti, che invocano diversi spiriti (jinn) (Sidi Moussa, Basha Hammou, Baba Mimoun, Lalla Malika, Lalla Aisha e altri) o santi (marabutti). I rituali gnawa vengono svolti di notte (lila) e durano a lungo per far entrare in trance i partecipanti
L’incontro con il jazz
La musica Gnaoua, oltre al festival di Essaouira, è diventata popolare in vari ambienti in Europa e negli Stati Uniti grazie a un bellissimo progetto firmato dal compianto jazzista Randy Weston (1926-2018). Il grande pianista jazz – che ha suonato a fianco di Duke Ellington e di Count Basie – è uno degli artisti che ha saputo creare una straordinaria fusione tra jazz e ritmi Gnaoua.
Weston, da sempre legato alla musica africana, è stato capace di perlustrare l’energia spirituale, grazie a studi e ricerche approfondite, che lo hanno portato sulle tracce delle radici africane. Il nome di Randy Weston è talmente popolare in Marocco che il Festival d’Essaouira 2019 lo ha omaggiato. Marrakech in the Cool of the Evening e The Splendid Master Gnawa Musicians of Morocco sono due dischi-simbolo dell’incontro, voluto intensamente da Weston, tra jazz e atmosfere Gnaoua.
